ELOGIO DELLA FANTASMAGORIA
La corrente della fantasmagoria, che sta creando una rete sempre più pervasiva e fitta nel mondo delle arti e della mente, nasce sia dalla curiosità che dalla consapevolezza.
La curiosità per il meraviglioso in tutte le sue forme, che è un ritorno all’infanzia e quindi una ricchezza; la consapevolezza: in ogni angolo della terra ci sono creatori ed esseri umani ricettivi che si riconoscono, trovano gusti e attrazioni simili e provano nuova gioia nel proclamarli. Chi coglie un segreto, molti altri segreti vengono a lui, senza che li abbia cercati.
Naturalmente, oggi non esiste nulla. Ciò che pensiamo di inventare, lo scopriamo. L’inventore di un tesoro, secondo la legge, è colui che lo trova, perché esisteva davvero, e non solo nella sua immaginazione. Si possono inventare storie. Ma chi può dire che non stiamo semplicemente attingendo a un tesoro a disposizione di iniziati e poeti?
I fantasisti di oggi sono i continuatori di coloro che hanno arricchito l’umanità per millenni, sotto ogni cielo e in ogni civiltà. I Magi potrebbero essere i custodi della fantasmagoria. Cercavano nelle stelle ciò che altri cercavano nelle viscere degli animali sacrificati, nel volo degli uccelli, nei segni con cui si manifesta il destino, nel gioco dei dadi, nel lancio della moneta, nella pagliuzza corta.
La ricerca del meraviglioso è l’interrogazione costante delle cose più piccole, per far loro consegnare il briciolo di verità eterna che possono contenere. La scienza ha raggiunto e superato i poeti. Macchine pensanti e calcolatrici “meravigliose” verificano ogni giorno, a velocità vertiginosa, le ipotesi degli scienziati che hanno messo in equazione i sogni dei poeti. Tutto è possibile perché tutto esiste. L’unico problema è la comunicazione. La più ricca immaginazione è solo un momento di chiaroveggenza, uno squarcio di lucidità che rivela questo universo in cui viviamo, ma che è diventato impenetrabile per l’uomo paralizzato, privato delle sue facoltà divinatorie.
Vi è mai capitato di salire una scala al buio e di sentire la vostra mano sfiorata da un’altra mano, quella di qualcuno invisibile che vi passa accanto e scompare per sempre, fuori e dentro il nulla? Se è così, potete capirmi….
Non c’è bisogno di fare un gran chiasso per “entrare in contatto”. Il segreto non ha bisogno di clamore. Ecco perché trovo più fantasmagoria reale in Chamisso, Ernst Jûnger, nelle storie di fantasmi e nelle leggende di paese che in Lautréamont. L’irreale è nel reale, e le costruzioni arbitrarie (tranne il genio premonitore della follia) mi soddisfano solo a metà.
Allo stesso modo, diffido dell’estetica surrealista e ripudio l’astratto. Il mistero si trova nel quotidiano. I quadri surrealisti smettono di emozionarci nella misura in cui sono complicati. Tutto ciò che è eccessivo è insignificante. L’eloquenza insolita più efficace non richiede la mobilitazione simultanea di tutte le immagini del delirio. Più si aggiunge, meno si ottiene. Ci sono momenti nell’opera di alcuni artisti la cui stranezza pura, semplice e misurata cancella gli scoppi più fragorosi dell’orrore surrealista. Se, per citare un artista, Aubin Pasque ci raggiunge, non è tanto per quello che ci mostra quanto per quello che ci suggerisce. Molti altri ci intrigano con l’intelligenza che emerge dalle loro opere, come una linfa il cui sapore sconosciuto ci sorprende. Ma la fantasmagoria non è il Museo Spitzner. E non è nemmeno il carnevale. È prima di tutto un modo di pensare. D’ora in poi dobbiamo trovare un linguaggio. Non può essere ridicolo o rozzo.
Thomas OWEN
1960
ESTRATTO DA FANTASMAGIE N°47
Cosa intende per arte fantastica e magica?
Georges ADAM, Bruxelles – Cercare di aiutare le persone a fuggire dal mondo materiale mostrando loro immagini strane che abbiano il meno possibile a che fare con le idee preconcette (apprese o ingenue) che la maggior parte di loro ha delle cose e dei fatti terreni, per condurle verso il sogno e, se possibile, verso un ideale di luce e di verità.
L’immaginazione può portare a una “verità” valida quanto le cosiddette “verità” religiose o filosofiche.
L’arte fantastica può quindi dare al mondo una “filosofia” polarizzata dal materialismo di oggi e aiutare le persone a raggiungere una nuova elevazione dello spirito.
STAN BAELE, Deurne-Anvers – Se chiamiamo “fantastico” il mondo in cui nascono i nostri pensieri, la parola “magia” può essere usata per descrivere la forza che lo esteriorizza e mette irrimediabilmente in moto la sensibilità dell’individuo che lo percepisce. l’obbligo di una commedia “allegorica”. Qui l’allegoria è sostituita dall’espressione diretta delle sensazioni primarie di un mondo concepito e costruito dall’artista.
Attraverso il surrealismo, l’arte fantasmagorica ci conduce in un mondo di idee che può essere espresso solo attraverso simboli e astrazioni.
Già nel 1949, il dottor R. F. PIPER (Syracuse University) definì quest’arte “arte cosmica”.
LA FANTASMAGORIA DI SERGE HUTIN
Il Centre International pour l’Etude de l’Art Fantastique et Magique (CIAFMA), la cui sede è in Belgio (161, avenue Jupiter, Forest-Bruxelles), si dedica allo studio oggettivo e sistematico di tutte le manifestazioni attuali di una gamma di esperienze artistiche che sono indubbiamente antiche quanto l’umanità stessa (si pensi alle pitture preistoriche, che non erano affatto un semplice svago o un gioco, ma un mezzo di ammaliamento…. ), che oggi stanno subendo una notevole espansione e diversificazione. Uno dei paradossi dell’arte contemporanea non è forse la proliferazione di esperimenti insoliti o surreali nelle arti visive, in concomitanza con lo sviluppo di uno spirito “planetario” sempre più rigoroso e decisamente privo di “vecchi” richiami religiosi o magici? È così che il XXsecolo ha visto il graduale fiorire di un nuovo tipo di arte sacra, svincolata da ogni preciso riferimento alle antiche tradizioni spirituali. Pochi degli attuali maestri dell’arte magica si considerano ancora direttamente legati a uno specifico lignaggio esoterico (anche se ce ne sono alcuni, come i due pittori olandesi Diana e Johfra, che danno splendida forma plastica alle illuminazioni e alle rivelazioni occulte dei Rosacroce); molti meno affermano di seguire il simbolismo religioso della Chiesa cattolica (nonostante la clamorosa conversione di Salvador Dalì). Con poche eccezioni, i maestri dell’arte fantastica di oggi perseguono esperimenti personali molto liberi, indipendenti da qualsiasi contesto storico religioso o occulto preesistente. Tuttavia, tutti questi intrepidi liberi ricercatori stanno riscoprendo, attraverso i loro stessi tentativi, le fonti profonde che hanno inesorabilmente condizionato i più antichi impulsi magici e le ossessioni dell’umanità. Significativamente, l’arte più in sintonia con la nostra epoca “interplanetaria”, quella degli artisti che si abbandonano alla prodigiosa vertigine dell’uomo moderno di fronte ai misteri del cosmo, si unisce prontamente alle più alte rivelazioni dell’esoterismo tradizionale. Quando proiettano le loro affascinanti visioni cosmogoniche (del nostro pianeta o di altri mondi), un Max Bucaille o un Aubin Pasque riscoprono il meraviglioso fervore che attanagliava l’alchimista che riusciva a riprodurre l’intera creazione nella sua storta, in una sorta di modello in scala mobile? Dove convergono dunque i sottili determinismi di tutti questi tentativi? Sono forse forieri della prossima tradizione sacra – il risorgere di antiche aspirazioni, che riappaiono sempre a loro tempo, quando la grande ruota ciclica ha girato… che dovrebbe sbocciare alla fine di questo periodo? Non possiamo fare a meno di chiederci quando le straordinarie tele di Leonor Fini sembrano rivelare i misteri più segreti (speculativi e rituali) della futura religione matriarcale, dell’imminente ritorno trionfale del “regno delle Madri” ….
Basta visitare le gallerie d’arte di tutte le principali città europee per rendersi conto che il fantastico e il magico stanno assumendo un ruolo sempre più importante. Anche l’“astrazione” più ferocemente informale sembra destinata a sopravvivere solo a prezzo di un intrepido tuffo nei piani invisibili, dove l’occhio interiore degli artisti chiaroveggenti comincia a cogliere le “cose” sovrareali un tempo viste dai veggenti religiosi. Eppure, in modo altrettanto significativo, la proliferazione di esperimenti plastici di natura più o meno surreale, insolita o magica (volontaria o involontaria) sembra ormai del tutto indipendente dagli attuali profondi sconvolgimenti dell’ordine sociale: L’esempio della Jugoslavia, con le stranissime opere di uno Stancic o di un Vinko, dimostra che l’avvento del sistema socialista non distrugge queste stranissime aspirazioni, per quanto “secolarizzate”, a una nuova riconquista plastica del sacro; e altri paesi marxisti sono certamente molto vicini a riservarci sorprese in questo campo, a condizione che le istruzioni realiste ufficiali siano finalmente allentate in campo artistico…
Non era forse necessario e urgente realizzare uno studio sistematico e assolutamente obiettivo di tutti i tentativi, per quanto diversi, di un numero crescente di artisti – giovani e meno giovani – di esplorare l’eterno mistero e le vertiginose sfere della magia? Questo è precisamente ciò che la CIAFMA si è pazientemente prefissata di fare, fornendo al pubblico e ai ricercatori (sia nel suo bollettino ufficiale Fantasmagie che nelle riviste amiche) nuove strutture per lo studio simpatico di questa innumerevole ricerca. Allo stesso tempo, “Fantasmagie” si preoccupava costantemente e intrepidamente di moltiplicare il numero di mostre, sia collettive che individuali, in molti paesi – un compito che si stava rivelando molto necessario perché, nonostante il numero crescente di gallerie d’arte aperte a queste iniziative, c’era una reale necessità di compensare le scandalose carenze artistiche ancora esistenti nelle grandi capitali. Molti artisti fantastici si scontrano ancora con un vero e proprio muro, soprattutto nel campo della pittura, dove dogmi settari e speculazioni contribuiscono facilmente a bloccare il “mercato” di alcuni aspetti dell’arte contemporanea.
Moltiplicando le sue belle mostre, il CIAFMA avrà contribuito a rimuovere i paraocchi che limitano così arbitrariamente il valore estetico e il carattere “contemporaneo” di un numero molto limitato di esperimenti artistici. Non solo nuovi creatori si saranno rivelati a un pubblico aperto, ma anche grandi artisti il cui lavoro era già molto importante ma che (come Bucaille, Pasque, Leherb, Stancic, Geenens, Willinck, Vereecke, Gailliard, Eemans e pochi altri) stavano ancora aspettando il riconoscimento ufficiale, che era già stato concesso a molti dei loro contemporanei; Anche nel campo dell’arte non ci si deve mai rassegnare al “destino”, e gli errori del “caso” devono essere sempre combattuti con energia, senza mai sbagliare…
L’immenso, multiforme campo di esperimenti plastici instancabilmente esplorato dal gruppo “Fantasmagie” e così magnificamente illustrato da tutti i creatori, così diversi ma sempre così fraternamente uniti nella loro ricerca — aggiunge acqua al nostro mulino, perché abbiamo una convinzione personale che ci è molto cara; L’arte fantastica e magica rappresenta la corrente più significativa (perché coincide così facilmente con i nuovi impulsi planetari e cosmici), la più ricca del XXsecolo e tanto più fertile per le imprese future in quanto permette la sintesi più magistralmente efficace – e in molte direzioni – del “figurativo” e del “non figurativo”.
E, nella ricerca associata al vero spirito “fantasmagorico”, non troviamo forse opere dotate del più intenso potere concreto di shock? I capolavori dell’arte fantastica o magica (siano essi opere antiche o testimonianze contemporanee) sono gli unici in grado di abbattere anche le barriere ottuse che circondano l’ignorante o il filisteo: quando un quadro è dotato di un potere d’impatto che va oltre quello strettamente estetico, agisce anche sullo spettatore assolutamente allergico alla meraviglia artistica. Il piccolo borghese più ottuso non potrà usare il suo meccanismo di difesa fin troppo familiare (la risata comoda e beata) quando si troverà al cospetto di opere che davvero gli “piombano addosso” come forze misteriose: di fronte a un quadro di Goya, di Hieronymus Bosch, di Max Ernst o di Leonor Fini, la risata comoda del “lebbroso” si interrompe, e l’unico modo che ha per difendersi dalla maledizione è fuggire !